L’inchiesta su Marc Ching: da animalista ad aguzzino

Un’inchiesta del Los Angeles Times capovolge l’immagine di Marc Ching: da animalista e attivista ad aguzzino. 

Fino a poco tempo fa Marc Ching era considerato un eroe, grazie alle sue missioni di salvataggio di cani strappati dai macelli asiatici. Ma una recente indagine del Los Angeles Times ha fatto crollare la sua immagine: l’accusa è di aver pagato alcuni macellai per infliggere le peggiori torture ai cani e di averle fatte filmare, con lo scopo di diffondere i video per raccogliere fondi a sostegno della fondazione di Ching. Fondi che l’animalista avrebbe usato anche per sé.
Ed è proprio su questi video, che mostrano torture indicibili, che il Los Angeles Times ha indagato.

La triste storia è stata raccontata in Italia in un reportage de Le Iene, in cui l’attivista di Action Project Animal, Davide Acito, intervistato da Giulia Innocenzi, racconta di aver incrociato le attività di Marc Ching in una delle missioni a Yulin, dove su 300 cani la metà sono morti: “Siamo entrati in uno dei macelli peggiori che io abbia mai visto, questi cani erano stati ordinati da Marc Ching ma non sono mai stati ritirati. Marc li ha lasciati chiusi in gabbia per qualche giorno e, una volta ottenuti i video, non è mai andato a recuperarli”.

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