Jack, il cane sentinella - Rivista Consumatori

Jack, il cane sentinella – Rivista Consumatori

Jack, il cane sentinella - Rivista ConsumatoriStoria di un meticcio dal raffinato olfatto che salvò la vita alla padrona affetta da diabete

La storia d’amore tra Elisa e Jack è nata per caso.
«Ho sempre avuto cani fin da bambina» racconta Elisa «tutti adulti, presi dal canile o salvati da situazioni difficili. Non mi era mai capitato di pensare di avere un cucciolo, fino a quando degli amici di Roma mi hanno detto che la loro cagnolina aveva partorito otto piccoli meticci. Ho approfittato di un viaggio di lavoro per andare a trovarli, ma senza essere veramente convinta di prenderne uno. Quando ho aperto la porta sono stata inondata da sette cuccioli festosi, tranne uno che era rimasto indietro, era il più piccolo, il più sporco, il più strampalato. Poi mi è salito in braccio ed è ripartito come me. Quello è stato il momento in cui la mia vita è cambiata…»
Quella che sembra una frase fatta in questo caso corrisponde a verità. Elisa dal Bosco soffre di diabete mellito di tipo 1, insulino-dipendente fin da quando era bambina, una malattia seria, che non le impedisce di avere una vita normale ma che non può essere sottovalutata. Se trascurata, infatti, può portare problemi e patologie gravi.
«Quando mi è stato diagnosticato» racconta «i miei genitori erano giovani e impreparati, ma hanno avuto l’intelligenza di mandarmi a fare dei campi estivi sulle Dolomiti con altri bambini con il diabete. Medici e infermieri ci insegnavano a prenderci cura di noi, a seguire un’alimentazione corretta, a farci le iniezioni da soli e a relazionarci con gli altri. Oggigiorno è diverso, ma quando ero piccola chi aveva il diabete poteva essere ghettizzato. Ragione per la quale molte persone in passato tendevano a nasconderlo. È stato un percorso duro, ma in un certo senso le difficoltà incontrate mi hanno rafforzato il carattere e reso una persona determinata».

Quando Jack è arrivato a casa, Elisa non aveva nulla, né un guinzaglio, una ciotola o una cuccia. Un cane non era previsto nella sua vita.
«È proprio così» prosegue «lavoravo tantissimo e non avevo tempo per altro. In poche ore mi sono trovata a dovermi prendere cura di un’altra creatura che non sapevo bene come gestire. Vivo in una casa-studio, questo significa che Jack e io siamo sempre insieme, una convivenza che, giorno dopo giorno, rafforza il nostro rapporto».
Dopo un paio di mesi dall’arrivo del cucciolo è successo un episodio molto particolare. Una mattina, sotto pressione e completamente assorbita da una scadenza imminente, Elisa si addormenta sul divano con il computer in grembo, ignorando dei segnali importanti.
«Era l’inizio del coma ipoglicemico» spiega. «Quando ho riaperto gli occhi era già pomeriggio e mi sono ritrovata per terra, come ci sono finita non lo so. Probabilmente Jack mi ha tirato giù dal divano e le sue leccate insistenti mi hanno risvegliato. Avevo gli occhiali rotti, a fatica mi sono alzata ed ero molto disorientata. Ho assunto subito degli zuccheri che, pian piano, mi hanno ridato le forze. Quando siamo andati a rifare gli occhiali ho raccontato l’accaduto all’oculista che è rimasto davvero colpito. Solo successivamente, a mente fredda, mi sono resa conto, parlando anche con la veterinaria e i medici, che Jack aveva fatto una cosa straordinaria. Mi aveva salvato la vita.»

Siamo particolarmente legati alla storia di Elisa e di Jack perché li abbiamo conosciuti e ritratti sul set di San Valentino del 2018, proprio pochi giorni dopo questo episodio.  Jack, il cane meticcio sentinella - Rivista Consumatori
Non sapevamo che la storia di quel cucciolo bellissimo e un po’ dinoccolato era ancora tutta da scrivere. Quando aveva dieci mesi si è verificato lo stesso episodio: Elisa si è «addormentata» di nuovo e Jack, ancora una volta, le ha tolto gli occhiali e l’ha svegliata leccandole la faccia.
«A quel punto, sia la diabetologa sia la veterinaria, mi hanno consigliato di rivolgermi a “Progetto Serena» prosegue Elisa «una onlus voluta da Roberto Zampieri, che l’ha costituita dopo che ha perso la sua bambina. Ci siamo incontrati e gli ho raccontato quello che era successo. A suo dire Jack aveva decisamente le carte in regola per diventare un cane “sentinella”, un cane “allerta diabete”, cioè in grado di percepire attraverso l’olfatto i picchi glicemici. È iniziata così la nostra avventura: ogni settimana ci viene a trovare Patrick, un educatore cinofilo mandato dalla onlus, che insegna a Jack a riconoscere in anticipo i miei valori sballati. Quando cambia la glicemia, anche l’odore del nostro sudore e della nostra saliva cambiano, si tratta di variabili minime, che però non sfuggono all’olfatto raffinatissimo dei cani. Lo educhiamo, ricompensandolo con premi e coccole, a riconoscere una garza sterile imbevuta della mia saliva, prelevata quando la glicemia è sotto la soglia di sicurezza».
Incrociando le performance di Jack con gli esami di Elisa è risultato che, effettivamente, è in grado di sentire in anticipo le variazioni di glucosio nel sangue.
«Da quando c’è lui sono molto più serena, proprio l’altro giorno, alle sei del mattino, mi ha leccato insistentemente e dopo aver verificato i miei parametri con il glucometro ho visto che erano molto bassi. Ho fatto colazione e tutto è rientrato nella norma, Jack ha ricevuto un premio e molte coccole. Poiché ho il desiderio di condividere con gli altri questo dono, abbiamo fatto un corso per diventare operatori di pet therapy. Siamo una coppia molto affiatata. Da quando c’è Jack sto meglio e anche le mie analisi sono migliorate. Gli sono profondamente grata».

Articolo di Silvia Amodio pubblicato sulla rivista Consumatori – edizione Lombardia di aprile 2020.

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