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I love you – Rivista Consumatori

Consumatori-Coop_Alimenta-l'amore_Laurie-Anderson-e-Silvia-AmodioAbbiamo incontrato Laurie Anderson in occasione dell’anteprima del suo ultimo cortometraggio “Heart of a Dog”, proiettato al teatro Franco Parenti di Milano.
L’indomani, nei prestigiosi uffici della Warner Italia, di fronte a pochi intimi, Laurie Anderson si è raccontata con la semplicità e la disponibilità di una persona fuori dal comune. Con noi c’era anche Davide Cavalieri, direttore di Radio Bau di Radio Monte Carlo, amico di Alimenta l’Amore e media partner del nostro progetto.

Laurie Anderson, che è vicina ai 70 anni ma ha la luce dell’infanzia sul suo volto, ha rappresentato negli anni ’80 l’arte a 360 gradi.
Musicista, performer, regista, scrittrice, vocalist, ha usato e mescolato con originalità ogni forma di tecnologia senza dimenticarsi della poesia.
Ed è forse la poesia che caratterizza il film “Heart of a dog” ispirato e dedicato al suo adorato cagnolino Lolabelle, un Jack Russell, “ereditato” insieme al marito Lou Reed, da una coppia che, a causa della separazione, non poteva più tenerlo.
Inizia così, per caso, un’esperienza molto intensa, di affetto ma anche di sperimentazione. Con l’aiuto di un’educatrice cinofila, Lolabelle “dipinge” e “impara” a suonare quando ormai, a causa dell’anzianità, è diventata cieca, esibendosi anche per i suoi amici meno fortunati, i cani abbandonati.
“Incide” pure un disco con le melodie di Natale.
Laurie Anderson si affida ai consigli del suo maestro buddista, quando è il momento di lasciare andare Lolabelle, sceglie di non farla addormentare in una fredda clinica veterinaria, ma di assecondare questo passaggio nel calore di un ambiente familiare, standole accanto fino alla fine.

La relazione con il suo cane, vissuta con forte intensità emotiva, diventa il pretesto per fare il film e riflettere sui grandi temi che assillano la nostra esistenza.
Il lungometraggio parla della vita, della morte, della memoria, del tempo, passandoattraverso la celebrazione di artisti che l’hanno guidata, tra i quali il marito Lou Reed, ma anche ricordando l’11 settembre.
Laurie si concede raccontando anche vicende intime e personali, come di quella volta che da bambina decide di fare un tuffo in piscina esibendosi in una capriola ma, per qualche ragione prende le misure sbagliate.
La sentenza è terribile, Laurie non camminerà mai più. “Ho passato alcuni mesi all’ospedale in profonda solitudine, con la sola compagnia di alcuni bambini ustionati e dei quali ancora oggi ricordo la profonda sofferenza. Alcuni volontari mi facevano visita con regolarità, leggevano sempre lo stesso libro che mi annoiava da morire, ma ero immobilizzata e non riuscivo a comunicarlo”.

Questi ricordi e riflessioni sono espressi in una grammatica cinematografica molto particolare: disegni, realizzati dall’artista stessa, animazioni, foto e video ripresi con il cellulare, piuttosto che con una videocamera drone.
Linguaggi molto diversi, armonizzati in un montaggio raffinato, il cui sottofondo musicale, per ovvie ragioni, è di tutto rispetto.
La voce narrante è di Laurie Anderson che, per l’occasione, ha doppiato in italiano.
Il mantra che ha guidato il film è una frase di David Foster WallaceOgni storia d’amore è una storia di fantasmi”.
Nel nostro incontro ci accenna ai progetti futuri con Philip Glass e Brian Eno e al suo desiderio di prendere le cose con calma.
Spaziando da un tema all’altro, com’è nel suo stile, sottolinea anche l’importanza di dedicare più risorse economiche all’arte anziché a operazione belliche. Perché gli artisti sanno vedere il mondo con più sensibilità…

Le chiediamo anche di parlarci del suo rapporto con gli animali.
“Ho un altro cagnolino ora – ci racconta Laurie – che è molto diverso da Lolabelle, non suona, non dipinge ma adora mangiare!
Gli animali sono un mondo affascinante. È interessante l’idea di esplorare un pianeta come Marte, ma penso che ci siano molte cose sulla terra che dobbiamo ancora scoprire. La mente degli animali, per esempio: conosciamo davvero poco su come e su cosa pensano. Nonostante le migliaia di anni di civilizzazione non abbiamo compreso molto e la mente di altre creature rappresenta ancora un mistero. Pensa se potessi fare un concerto con le zanzare!”, esclama sorridendo.

L’anteprima del film prevedeva anche una performance dell’artista dedicata ai cani.
Alla fine delle proiezioni i quattrozampe sono stati invitati sul palco e Laurie ha suonato per loro.
“È stato molto interessante – racconta divertita – i cani a Milano sono stati davvero partecipativi, a un certo punto uno mi è saltato addosso e mi ha leccato la faccia come per dirmi I love you! I love you!, quale persona lo farebbe mai?”

 

Articolo di Silvia Amodio pubblicato sulla rivista Consumatori – edizione Lombardia di ottobre 2016.

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